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Repubblica: Il Barbera cade a pezzi ma il Comune non ha soldi per intervenire | |||
Fonte: Repubblica - 08/02/2024 - Letta 342 volte |
Palermo-Bari, settimo minuto di gioco. Brunori prova un pallonetto dalla distanza che si trascina dietro il boato di stupore del “Barbera”. Peccato che centinaia di tifosi abbiano perso questa azione, perché erano bloccati in viale del Fante davanti ai tornelli guasti. Altri, in curva Nord, si sono imbattuti nei bagni guasti. Basterebbero queste due immagini per descrivere il declino inesorabile del “Renzo Barbera”, uno stadio che cade in pezzi ed è aperto solo perché il Palermo da due anni mette delle toppe a sue spese. Perché l’impianto è prigioniero di un vicolo cieco: il Comune non ha soldi per ristrutturarlo e nemmeno per garantire la manutenzione di un faretto e il concessionario, uno dei gruppi più ricchi del mondo che ha dato prova della volontà di investire, non può che mettere periodicamente una pezza. Per capire quanto sia disastrosa la condizione di uno stadio che il 22 maggio compirà 34 anni dall’inaugurazione del 1990, prima dei Mondiali delle “notti magiche”, basta una cifra: 3 milioni. Tanto costerebbero secondo alcune stime approssimative tutti gli interventi per adeguarlo alla sopravvivenza. Per rinnovarlo e ammodernarlo ce ne vorrebbero molti di più. Proprio in questi giorni, chi passa da viale del Fante avrà notato che a metà stagione superata, finalmente sono iniziati i lavori da 136mila euro per sostituire i tornelli con un sistema moderno, in grado di leggere un qrcode che identifica chi entra allo stadio, senza lasciare alcuni ingressi alla discrezionalità (leggasi accessi senza titolo). E soprattutto senza code chilometriche che finiscono al 15esimo del primo tempo. A pagare l’intervento sarà il Comune, che deve provvedere alla manutenzione straordinaria. Pagare sulla carta, perché questa è l’unica somma stanziata con certezza sul bilancio, ma intanto anticipata dal Palermo. Perché da diversi mesi funziona così: il Palermo scrive al settore Patrimonio per comunicare la necessità di «lavori urgenti e non differibili», pena l’inagibilità dell’impianto, e provvede a sue spese ai lavori tampone: gli ultimi sono stati l’impermeabilizzazione dei gradoni, che in quasi tutti i settori presentano infiltrazioni di acqua, con la sostituzione dei seggiolini. Ma anche la ristrutturazione dei bagni della tribuna, degli impianti elettrici, dell’impianto di videosorveglianza e delle torri, dove sono stati sostituiti gli ascensori che spesso si bloccavano. L’intervento più massiccio è stato fatto nella parte della Curva Sud che sormonta il tunnel di ingresso dei giocatori, perché pioveva dentro. Cade acqua dal tetto persino nella tribuna stampa, per cui l’Ussi, l’Unione sportiva stampa italiana, ha scritto una comunicazione. Lo stadio nel frattempo è prigioniero di un rompicapo. Secondo la concessione che scade nel 2026, il Palermo deve pagare 172mila euro per il 2024 e il 2025 e 143mila nel 2026. Somme che sono circa la metà del canone da 340mila euro pattuito nel 2020, su cui è intervenuta una rimodulazione durante la pandemia. Un paradosso perché con gli interventi di manutenzione straordinaria il Palermo spende più del canone e il Comune, con il meccanismo della compensazione non introita nulla, mentre lo stadio continua a cadere a pezzi. Tanto che l’anno scorso è stato escluso dalla lista per la candidatura dell’Italia a ospitare gli Europei del 2032 e il sindaco Roberto Lagalla, dopo un incontro con il ministro allo Sport Andrea Abodi. |
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